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La migliore? È di un Anonimo nel bel sito di Pierluigi Montalbano: «Frau dice una cosa giusta (una!), cioè che la localizzazione delle Colonne d'Ercole è tutt'altro che sicura. Per il resto, perdonate la battuta, l'unica cosa che la sua teoria ha in comune con Atlantide è che... fa acqua da tutte le parti!». (http://pierluigimontalbano.blogspot.it/2014/08/doverano-le-colonne-dercole-e-gia-che.html).
Per tutto il resto per raccontare – e fotografare il livello culturale ed etico – di una strana Setta Contronatura che mi azzanna da anni, l’unica è fornirne un autoritratto: tutta parola loro quel che c’è nei links che seguono.
Affiliati insieme – in questa buffa ma inquietante cricca – ci sono antropologi (che, però – contro la natura stessa della loro scienza – sputano sui miti, sui riti e sulle tradizioni orali); soprintendenti (che, invece di proteggere il patrimonio archeologico che era stato loro affidato, ne hanno fatto scempio); impiegati comunali che da decenni promettono musei che da decenni non fanno; archeologi che a Monti Prama usano le ruspe per le ricerche, come elefanti nelle cristallerie, sufeti feniciologi che rubano millenni di civiltà alla Sardegna, nascondendone i portenti nuragici; responsabili della sorveglianza di interi territori dell’Isola che poi, però, regalano piloni dell’Enel al cielo del Nuraghe Losa o si distraggono a comando quando a Villa Certosa compaiono una decina di menhir “comprati lì in zona”…”.
Un ventennio nero, sporco, corrotto di crimini contro il patrimonio sardo – anfiteatri romani foderati a morte, necropoli fenicio-puniche sbancate, centri commerciali su antichità che ovunque sarebbero state salvate, statue scoperte e sepolte per decenni negli scatoloni, tombe del III millennio a.C. murate vive perché fin troppo belle per le loro incompetenze – li ha visti muti o partecipi.
E sì: sempre tutti zitti – quasi conniventi – sugli scempi degli altri…
Tutti zitti, come ad aspettare un osso.
Tutti a premiarsi, l’un l’altro, tacendo…
Tutti uniti da quel patto di sangue infetto descritto dal canonico Giovanni Spano nella sua raccolta di proverbi sardi: «Un angione/agnello marcio rovina il gregge».
Tutti protetti da quei poteri delegati – ben lontani dal Potere – che diventano assoluti: quelli che fecero di Verre a Malta, il Verre delle Vergogne raccontato da Cicerone.
(Massimo Bucchi anni fa – in una sua vignetta rimasta storica - coniò il termine “spartitocrazia unica”, ma stava parlando d’altro…),
Mi è capitato più volte di dirlo: io – per questa Cricca di Buro-archeologi – da anni mi sento davvero un po’ come un calcolo renale: continuo a provocare terribili coliche e travasi di bile, ma nonostante le doglie non riescono a espellermi del tutto.
Contenti loro, contenti tutti.
Aver avuto avversari di questo livello non è stata soltanto una fortuna: è, ancor oggi, un vero onore.